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Atlantic City – Il declino del Playground americano

Povera Atlantic City! Da sempre considerata il fratello minore, persino un cugino povero, di Las Vegas, Atlantic City era un tempo la regina delle città del peccato. Diamo un’occhiata ai 150 anni di storia di questa città leggendaria, con i suoi alti e bassi, e come Atlantic City stia affrontando l’era moderna tra nuovi giochi online e la concorrenza di Las Vegas.

Abescon Island

L’isola di Absecon Island, parte di una catena di isole sabbiose parallele alla costa, fu scoperta e insediata per la prima volta nel 1785 da un certo Geremia Leeds. In poco tempo l’isola attirò i primi pescatori di molluschi. Fu solo dopo l’arrivo di un giovane medico di nome Jonathan Pitney che nel 1819 si diedero il via ai lavori che avrebbero dovuto trasformare l’isola in una sorta di rifugio salutare, dopo aver scoperto gli effetti benefici sprigionati dall’aria marina e i minerali di quelle parti. Tra i lavori di risanamento e miglioramento dell’area, ci fu anche la costruzione di un faro decisa nel 1837 a consequenza di un naufragio. Nel giro di una trentina d’anni, la piccola cittadina venne persino collegata alle grande rete ferroviaria in espansione in tutta l’America dell’epoca. E fu così che nacque Atlantic City.

Nucky Thompson

Atlantic City fioriva a vista d’occhio. Il piccolo problema causato dalla sabbia portata negli atri degli alberghi dai turisti in arrivo, venne eliminato dalla costruzione da parte dei residenti di passerelle di legno che collegavano diverse parti della costa. Queste “passerelle” si rivelarono incredibilmente popolari e utili tanto che arrivarono a toccare i 10 kilometri di lunghezza complessiva.

Smith Johnson, uno dei primi sceriffi di Atlantic City, assunse la carica nel 1886 e divenne una delle figure politiche chiave della zona.

Come per moltissime altre città turistiche e non solo, il proibizionismo minacciava una diminuzione dei visitatori che affollavano l’isola. Il decreto, entrato in vigore nel 1920, fu però bellamente ignorato da Thompson, il figlio di Smith, proclamato nuovo sindaco di Atlantic City. La città divenne uno dei porti centrali per l’importazione di liquori di contrabbando, il che portò ad un innalzamento dei clienti, oltre all’inclusione nel mercato di alcuni dei gangster più temuti del paese. Nel 1927, Thompson organizzò un incontro tra i capi di queste famiglie criminali ad Atlantic City. Tra i presenti c’erano Al Capone, l’olandese Shultz, “Lucky” Luciano, Meyer Lansky e un giovane chiamato Bugsy Siegel. Fu da questo meeting che quest’ultimo prese l’idea sulla quale avrebbe fondato Las Vegas e tutti i casinò del Nevada.

Pur essendo un gangster coinvolto nel traffico di alcol e criminalità organizzata, Thompson non poteva essere descritto come una cattiva persona. Non uccise, ne ordinò mai alcun omicidio, e si mantenne sempre fuori dalle guerriglie tra i clan dell’isola esplose durante quel periodo. Morì di vecchiaia nella sua casa nel 1968.

Un concorrente spietato

Dopo la seconda guerra mondiale, Atlantic City attraversò il primo momento di crisi. Il declino economico del paese e quindi dell’isola, portarono alla demolizione di molti dei vecchi alberghi, con la conseguente transumanza di molte famiglie mafiose a Las Vegas. La situazione migliorò nel 1970 quando un referendum nel New Jersey legalizzò la lotteria statale, gioco che sino ad allora aveva trovato il favore della legge solo nel Nevada. Dopo l’approvazione del decreto nel 1976, avendo vinto il referendum di un soffio, venne aperto il Resorts Atlantic City, il primo casinò della città aperto ancora oggi.

Da qui, partì la gara alle costruzioni dei casinò che nel giro del decennio degli anni ’80 piazzò una dozzina di case gioco per le vie della città. Con un numero di visitatori sempre più alto, il successo delle roulette dei casinò dilagò all’impazzata. Alla fine del 1988, i ricavi di Atlantic City superavano persino quelli di Las Vegas, toccando i 2,73 miliardi di dollari contro i 2 del concorrente.

Trumptown

Tra gli investitori più aggressivi della zona c’era il già famoso Donald Trump, che nel 1990 era in possesso di 3 dei 12 casinò presenti. Attraverso un investimento colossale di marketing e pubblicità, il turismo della città aumentò ulteriormente di spessore raggiungendo il picco a metà degli anni ’90. Tra gli eventi proposti dall’attuale presidente degli Stati Uniti ci fuorono diversi incontri di Boxe, quattro dei quali con il campione dei pesi massimi Mike Tyson, e l’acquisizione della sede di Wrestlemania e di tutti i loro incontri. Il Trump Taj Mahal, che all’epoca della sua inaugurazione era considerato il più grande del mondo, venne aperto da un concerto di Michael Jackson.

I buoni affari durarono però pochissimo tempo, e il Taj Mahal fu costretto a presentare un’istanza di fallimento solo 15 mesi dopo la sua apertura. Lo seguirono quasi immediatamente gli altri due casinò giusto un anno dopo. Per cercare di arginare le perdite, i tre casinò vennero così trasformati in hotel, ma anche questo tentativo si tradusse in un ennesimo fallimento. L’ultima carta nella manica del miliardario fu quella di cambiare il nome degli hotel in Trump Entertainment Resorts. Cinque anni dopo, anche questa tattica si rivelò fallimentare. E questa fu la fine dell’impero di Trump ad Atlantic City.

I resti di un impero

Nel 2006, le entrate della città avevano raggiunto un picco di 5,2 miliardi di dollari, la massima entrata mai registrata dalla città. Sarebbe stata l’ultima annata da ricordare per la città.

Con l’ammissione e la costruzione di sempre più casinò in giro per l’America, molti giocatori non erano più costretti a viggiare fino ad Atlantic City o Vegas per giocare d’azzardo. Nel 2014, un terzo dei casinò di Atlantic City aveva già chiuso.

La giunta decise comunque di finanziare la costruzione di nuovi casinò, nel tentativo di riportare un po’ di clientela. Nel 2007, iniziò la costruzione del Revel Casino, un edificio da 2 miliardi di dollari in grado di ospitare fino a 15 mila persone. Il Revel venne inaugurato con due anni in anticipo, accumulando un debito da 1 miliardo di dollari. Putroppo, il casinò non durò più di due anni.

Nei dieci anni successivi Atlantic City sembra aver perso definitivamente quasi tutte le speranze di ritornare agli sfarzi di un tempo, e la città sopravvive con i pochissimi casinò ancora aperti. Attualmente sembra che la situazione sia in leggero miglioramento, grazie ad una piccola modifica nella legge di Stato che nel 2012 legalizzò le scommesse sportive.

Con il cambio del decreto, arrivò un altro tentativo di mantenere in vita Atlantic City con l’apertura dell’Hard Rock Hotel & Casino Atlantic City (ex Trump Taj Mahal) e dell’Ocean Resort Casino (ex Revel). Queste due inaugurazioni unite alle scommesse sportive, hanno permesso alla città di stabilizzare i guadagni che da ormai molti anni non superavano le spese.

Vediamo cosa prospettano i prossimi 10 anni!