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Il Poker Sbarca ad Harvard

Il binomio Poker Harvard potrebbe davvero realizzarsi, e quindi in uno dei più famosi college del mondo si insegnerà anche questo gioco? Questo è l’intento di Charles Nesson, professore di Legge alla Harvard University. Secondo il docente, infatti, il poker merita di essere insegnato in corsi appositi perché utile nella vita di tutti i giorni. 

Prima di proseguire, però, è bene sottolineare di che tipo di poker stiamo parlando. Come saprete, infatti, con il termine poker si fa riferimento a tantissimi giochi, tra cui il poker a cinque carte, i video poker, l’Omaha e il Texas Hold’Em. Ecco, in questo caso il rapporto Harvard Poker dovrebbe basarsi proprio sulla versione alla texana. Questo, infatti, è anche il gioco in cui è previsto un maggior impegno mentale e la creazione di una propria strategia mentale per poter battere gli avversari anche senza avere in mano alcun punto. 

Poker Harvard: il Pensiero di Nesson

Come detto poco fa, Nesson ritiene che il poker Hold’Em possa essere utile sempre ed in ogni situazione, anche, ad esempio, quando si fa l’avvocato come lavoro. Ecco le sue parole “Nel poker risiede il pensiero strategico, si può empatizzare con l’avversario, spesso capita di prendere dei rischi sulla base di informazioni limitate o capita anche di mostrare segni di forza quando in realtà si è deboli”. 

Poi il parallelo con la professione di avvocato a cui Nesson tiene particolarmente: “Anche nell’avvocatura è necessario entrare nella mente dell’altro, cercando di capire l’obiettivo del tuo avversario”.

 

Poker non Più Gioco d’Azzardo

Uno dei punti su cui Nesson, sia come avvocato che come docente sta battendo molto, è spezzare l’idea generale che il poker alla texana sia ritenuto un gioco d’azzardo. Secondo lui, invece, rappresenta una disciplina che può tranquillamente essere giocata senza soldi e che, al contempo, può anche avere una funziona sociale. Nesson, ad esempio, dice: “Mi piacerebbe vedere giocare a poker genitori e figli. Penso che il poker potrebbe essere insegnato già nelle classi elementari”.

Ovviamente, è estremamente consapevole dei possibili rischi a cui si andrebbe incontro, almeno dal punto di vista delle critiche. E, infatti, afferma: “C’è chi penserà: Oh mio Dio, ai bambini viene insegnato il gioco d’azzardo. Assolutamente sì: la riflessione giusta invece è che ai bambini con il poker può essere insegnato a correre dei rischi con i propri mezzi, come gestire la loro partecipazione nella vita o come evitare di sballare. E il poker non ha bisogno di essere giocato con i soldi per insegnare queste lezioni.”

Il docente di Harvard, poi, sta cercando di perseguire il suo obiettivo, ovvero riuscire a creare una distinzione netta tra poker e gioco d’azzardo, anche con la U.S. Poker Federation. L’organizzazione, infatti, sta provando a rendere questo gioco completamente sportivo. Cerchiamo di essere più chiari e di farvi capire che si intende con sportivo e le differenze rispetto agli altri giochi da casino online e tradizionale. 

Poker Sportivo: Cosa può Succedere?

Il Poker alla texana sin da quando è iniziato a diventare famoso, è sempre stato riconosciuto come poker sportivo. Questo perché i giocatori versano una somma di denaro, ma lo fanno solo per iscriversi al torneo. Poi, gran parte di questi soldi vanno nel montepremi che viene vinto alla fine della partita dal primo classificato o dai migliori classificati. In pratica, c’è la certezza di quanto si può perdere e, a differenza di altri giochi, una volta versata quella somma, non si può spendere oltre. L’unica eccezione è il re-buy, ovvero quando si perde e si vuole rientrare. 

Ora, l’obiettivo della federazione americana di Poker alla texana e di Charles Nesson, è quello di andare ancora oltre. Per far sì che il poker non venga più ritenuto un gioco d‘azzardo. Si sta pensando seriamente di non prendere neanche il buy-in da parte dei giocatori. In pratica, il montepremi alla fine del torneo sarà messo in palio direttamente dalla federazione attraverso gli sponsor.

In questo modo, quindi, diventerà come uno sport qualsiasi, ad esempio il tennis. E la strada intrapresa, inoltre, sembra anche quella giusta. Soprattutto in America, infatti, c’è realmente questa possibilità visto che il poker alla texana è seguitissimo. 

Inoltre, sempre in ottica di questo obiettivo, si vuole far rientrare il poker tra i “giochi di mente”. In pratica, lo si vuole far riconoscere dalla International Mind Sport Federation per andare ad affiancare altri famosi giochi come gli scacchi, dama, Duplicate Bridge e Draughts.

Le Caratteristiche del Poker

Parlarvi del perché Nesson vuol far sì che il sogno Poker Harvard diventi realtà è decisamente complicato. Bisognerebbe spiegare in generale come funziona il poker, le varie strategie e tanto altro. È possibile, però parlare di un punto fondamentale che ci fa capire sia perché si ritiene che il poker non sia un gioco d’azzardo sia perché lo si vuole far rientrare tra i giochi di mente.

Il poker, infatti, tra i vari giochi che è possibile trovare in una casa da gioco è l’unico in cui è possibile vincere anche senza avere il punto migliore. Basta, infatti, solo far credere all’avversario di avere un punto alto per fargli lasciare la mano. Quindi si può bluffare, e perciò diventa un gioco anche mentale. 

Ed è proprio su questo punto che vogliono battere Nesson e la U.S. Poker Federation. 

Poker Harvard: il Precedente

Seppur non si parla di voler insegnare il poker ad Harvard, c’è un già un collegamento tra questa disciplina e la famosa università del Massachusetts. Parliamo di Brandon Adams Poker Harvard. Adams, infatti, ha conseguito un dottorato proprio ad Harvard, salvo poi dedicarsi completamente al poker e diventando un giocatore professionista di alto livello. Inoltre, è anche un autore di libri affermato. 

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