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Storia dell’Inter – Parte 1

L’Inter è una delle squadre più famose a livello mondiale e negli ultimi anni la sua fama è aumentata ancora di più. Ecco perché, insieme al nostro team di esperti, abbiamo deciso di scoprire da dove arriva l’Inter e la sua storia. Ovviamente, come potrete di certo immaginare, è un argomento molto particolare. Descrivere oltre 100 anni di storia in poche righe non è così semplice. Soprattutto perché la squadra nerazzurra ha vissuto grandissimi momenti che meritano un approfondimento.

Per questa occasione, quindi, abbiamo deciso di dividere la storia dell’Inter in due parti. Avremo modo di non perderci dettagli importanti e conoscere di più sulla squadra di Milano.

I tifosi più sfegatati e gli appassionati di scommesse calcio probabilmente noteranno qualche assenza, più o meno grave. Il nostro obiettivo, però, è dare le principali informazioni e ci perdonerete, quindi, se dovremo saltare qualche passaggio.

Le Origini dell’Inter

L’Inter nasce il 9 marzo 1908 da una scissione interna al Milan, all’epoca unica squadra della città meneghina. La disputa, poi trasformatasi in divisione, nasce da un gruppo di soci. Questi erano contrari alla linea intrapresa dal club, che non voleva tesserare giocatori stranieri. I dirigenti, perciò, decidono di fondare una nuova squadra aperta a calciatori di tutte le nazionalità. Ecco perché il nome del club nerazzurro è “Internazionale Football Club”. L’obiettivo è sin da subito mettere in chiaro la sua anima votata all’Europa e al Mondo grazie ai suoi valori inclusivi.

I colori sociali sono il nero e l’azzurro. Le scelta deriva dal fatto che simboleggiano la notte e il cielo. Già nel 1910 arriva il primo Scudetto. Il titolo nazionale dimostra la volontà del club di affermarsi come una delle squadre più forti al mondo. L’Inter comincia a costruire una propria identità, fatta di bel gioco, apertura internazionale e spirito combattivo.

Nonostante l’arrivo di un’epoca segnata da guerre e instabilità, il club riesce a mantenere una presenza costante nel panorama calcistico italiano. Dopo la Prima guerra mondiale, arriva il secondo Scudetto nel 1920. Ma è nel ventennio fascista che l’Inter affronta il primo grande cambiamento. A causa delle politiche del regime, il nome viene italianizzato in Ambrosiana-Inter. La denominazione “Internazionale” era ritenuta dai vertici fascisti come sovversiva. Ambrosiana nasce in virtù del santo Patrono di Milano, Sant’Ambrogio.

Il Dopoguerra e gli Anni Cinquanta

In questa storia dell’Inter abbiamo volutamente saltato gli anni tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Parliamo di un periodo difficile durante il quale lo sport ha avuto un ruolo decisamente minore visti i tanti problemi che affliggevano la popolazione italiana e mondiale. Passiamo quindi al post Seconda Guerra Mondiale. L’Inter torna ad avere il suo nome originaria, ma le stagioni sono segnate da alti e bassi.

Un momento che giocherà sicuramente un ruolo chiave nella storia nerazzurra è l’arrivo di Antonio Valentin Angelillo nel 1957. Il giocatore argentino porta con sé due buone notizie. La prima è un ritorno di entusiasmo che di certo mancava all’Inter. Il secondo è la valanga di gol con cui l’Inter torna ai vertici della classifica. I risultati finali, però, stentano ancora ad arrivare soprattutto per una mancanza di equilibrio a livello dirigenziale.

Solo un anno dopo l’arrivo di Angelillo, c’è un nuovo ingresso, ma questa volta non in campo, ma in società. Parliamo di Angelo Moratti, imprenditore che porta con sé una visione ambiziosa. Possiamo dire senza problemi che è da quel momento che l’Inter inizia a progettare un salto di qualità epocale.

La Grande Inter di Helenio Herrera: Leggenda Nerazzurra

Con l’arrivo di Moratti, c’è un altro nuovo volto. A sedersi sulla panchina dei nerazzurri è l’argentino Helenio Herrera nel 1960. L’Inter inizia una delle epoche più gloriose della sua storia. Herrera introduce metodi rivoluzionari, dalla preparazione atletica alla comunicazione motivazionale. Il “Mago”, così era conosciuto da tutti, trasforma i giocatori in una macchina perfetta.

Nel 1963 arriva lo Scudetto, ma questo è solo l’inizio di un periodo storico. Nelle stagioni successive l’Inter scrive la leggenda. Tra il 1964 e il 1965 i nerazzurri vincono due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Si impongono sugli avversari più forti del momento. Parliamo di club del calibro di Real Madrid e Benfica. L’Inter diventa la squadra più forte di tutte e domina sia in Italia che nel Mondo.

Giocatori come Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola, Luis Suárez, Tarcisio Burgnich e Mario Corso diventano icone. Anzi, a dir la verità lo sono ancora e lo saranno per sempre. Il “catenaccio” di Herrera divide l’opinione pubblica, ma porta risultati concreti. Il club è all’apice della popolarità e del prestigio internazionale.

Tuttavia, come ogni cosa, dopo aver toccato le stelle, si inizia a scendere. Dopo il 1967 la parabola nerazzurra cala. Un caso emblematico è l’eliminazione beffarda contro il Celtic in finale di Coppa dei Campioni che segna l’inizio di un lento declino.

Gli anni Settanta e Ottanta: Luci e Ombre di una grande tradizione

Il post-Herrera è segnato da una certa instabilità. L’Inter continua comunque a essere competitiva, ma i titoli scarseggiano. Arrivano alcuni scudetti (1971, 1980) e Coppe Italia, ma il club non riesce a tenere il passo delle rivali. La Juventus in particolare domina la scena, mentre il Milan attraversa fasi alterne.

In questi anni i tifosi nerazzurri possono contare su campioni come Evaristo Beccalossi, Alessandro Altobelli e Karl-Heinz Rummenigge. Tuttavia, è soprattutto a livello europeo che l’Inter fa fatica.

Nonostante ciò, la squadra mantiene un forte seguito popolare e resta una delle più seguite a livello nazionale. Il tifo interista si conferma tra i più appassionati d’Italia e la svolta è dietro l’angolo. L’arrivo del presidente Ernesto Pellegrini nel 1984 segna l’inizio di un nuovo ciclo.

Lo Scudetto dei Record e l’era tedesca

Nel 1989 l’Inter vince uno degli scudetti più memorabili della storia: 58 punti su 68 disponibili, con Giovanni Trapattoni in panchina e una rosa guidata dai tedeschi Lothar Matthäus, Andreas Brehme e Jürgen Klinsmann. È lo scudetto dei record considerando che forse quelli sono gli anni in cui la Serie A era il torneo più forte e bello di tutti. Basti pensare ai campioni che giocavano in Italia tra cui Maradona nel Napoli, Platini della Juventus e van Basten nel Milan.

Quella squadra riesce a raggiungere traguardi grazie a un calcio che mixa solidità a spettacolo. Brehme domina la fascia, Matthäus segna gol decisivi, e il giovane Zenga difende la porta con grande personalità. Il successo del 1989 è un momento storico per i tifosi.

Negli anni Novanta, però, il club non riesce a confermarsi. L’era post-Trapattoni è segnata da continui cambi di allenatori e risultati altalenanti. È vero che arrivano due Coppe UEFA (1991 e 1994), ma lo scudetto resta un miraggio.

I tifosi nerazzurri, però, non sanno che gli anni a venire saranno ricchi di soddisfazioni e di un momento unico che resterà per sempre nella storia del calcio: il Triplete.

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