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Il Gioco Nel Medioevo: Storia e Curiosità

Il Medioevo

Nel corso di questo articolo parleremo del gioco durante il Medioevo. Naturalmente, in gran parte dei casi si tratta di giochi ben lontani da quelli che conosciamo e che pratichiamo, come il blackjack attuale, ma prestando un po’ di attenzione ci renderemo conto che quelli che conosciamo derivano proprio da lì. 

In molti credono che in questo periodo storico, che solitamente gli storici fanno partire il 476 dopo Cristo e terminare alla scoperta dell’America, ci fosse un’atmosfera cupa e triste. In realtà, come vedremo nei prossimi paragrafi, la realtà è ben differente e il gioco è un’attività presente e molto diffusa. 

Il Gioco nel Medioevo

Prima di iniziare a parlare dei giochi nello specifico, dobbiamo dire che in diversi casi, almeno nella prima parte del medioevo, si mettevano in pratica in particolare quelli con le pedine. I giochi di carte, infatti, arriveranno solo in un secondo momento. 

Tra i giochi da tavolo, invece, spiccano sicuramente gli scacchi, arrivati molto probabilmente dall’India e poi diffusesi in Europa, diventando poi famoso in tutto il mondo. Attenzione, poi, ad un elemento importante, ovvero che a differenza del gioco che conosciamo oggi, negli scacchi dell’epoca erano utilizzati anche i dadi. Questi, poi, spariscono dalla scena a causa dell’influenza della Chiesa, come vedremo a breve. 

I Dadi nel Medioevo

Tra i giochi più conosciuti durante il Medioevo ci sono sicuramente i dadi e parliamo proprio degli stessi dadi che utilizziamo tutt’oggi, ovvero cubici e con sei facce. C’erano sicuramente diverse varianti, anche se tra le più famose troviamo il “rafle” i diversi Paesi d’Europa e a Zara in Italia. Scopriamo come funzionavano. 

Il Rafle

Anche conosciuto come “poulain”, in questo gioco si utilizzavano tre dadi che, come detto in precedenza, avevano ognuno sei facce e un valore che andava da 1 a 6. All’inizio di ogni partita i giocatori stabilivano il premio che sarebbe andato al vincitore; di solito si trattava di denaro o beni in natura. Il primo turno, poi, serviva solo a stabilire il giocatore che avrebbe lanciato i dadi per primo e, cioè, chi aveva ottenuto il punteggio più alto. 

L’obiettivo del gioco era quello di realizzare il punteggio di 7, ma non con la faccia rivolta verso l’alto ma, bensì, con quella contrapposta. 

Il primo che riusciva a realizzare un punteggio pari a 7 vinceva la partita e il premio. 

giochi d'azzardo medievali

Il Gioco della Zara in Italia: Come Funzionava 

Per quanto riguarda invece la Zara, siamo abbastanza sicuri che si trattasse di un gioco famoso in Italia anche perché ne parla addirittura Dante all’interno della sua opera, la Divina Commedia. Ovviamente, come si può facilmente immaginare, ne parla nell’Inferno visto che i giocatori d’azzardo erano spesso ritenuti dei peccatori. 

Anche in questo caso si giocava con tre dadi, e ancora una volta questi avevano sei facce e un punteggio che andava da 1 a 6. L’obiettivo era quello di dichiarare il punteggio che si sarebbe ottenuto con il lancio e, se si fosse indovinata la cifra esatta, si vinceva il premio e cioè denaro o oggetti. 

Liti e Problemi con il Gioco nel Medioevo

Abbiamo capito, quindi, che il gioco era diffuso, forse anche troppo diffuso. Nel corso dei secoli, infatti, molto spesso ci sono stati diversi problemi legati a quest’attività. I giocatori, infatti, erano soliti puntare nelle taverne, dove circolava anche alcool e non di rado le serate finivano in risse. 

I giocatori che perdevano, infatti, accusavano i vincitori di essere dei ladri o dei bari. Quindi, non volevano pagare e, perciò, non mancavano scazzottate. In diversi documenti del Medioevo, ad esempio, chi gestiva le città si lamentava di frequente. E avevano cercato di porre rimedio in due modi. Il primo era impedire totalmente il gioco in cui si puntavano cose o soldi. Il secondo, invece, che si svolgesse solo in determinati luoghi o occasioni, ad esempio le feste di piazza. 

Riguardo ai luoghi, ad esempio, sappiamo che si chiamavano baratterie e che il governo dei comuni aveva anche stabilito una tassazione. I gestori di questo luogo, infatti, per poter accettare giocatori, dovevano pagare. Insomma, possiamo dire che erano dei progenitori degli attuali casino live

Il Gioco, il Medioevo e la Chiesa

Uno degli aspetti di cui bisogna sempre tener conto quando si parla di gioco e del Medioevo, è l’influenza della Chiesa. Soprattutto in questo particolare periodo storico, infatti, l’influenza del potere spirituale era sicuramente importante e spesso predominante. E la Chiesa, come accennato anche in precedenza, non vedeva di buon grado il gioco, in particolare quello in cui si puntavano soldi e, soprattutto, in cui c’era una forte influenza della sorte. 

In pratica, se un gioco era basato sulla Fortuna, allora doveva essere bandito. Ecco perché, ad esempio, nel gioco degli scacchi, i dadi scompaiono. 

Conclusione

Eccoci arrivati alla fine del nostro articolo di approfondimento sul gioco durante il Medioevo. Come visto, si trattava di un’attività molto diffusa, anche se ostacolata dal mondo della Chiesa e talvolta dei Comuni. Questo perché, spesso, nascevano liti e problemi tra i giocatori.

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